Nel corso dell’anno 2020, l’Europa ha registrato sanzioni per un valore complessivo di circa €307 milioni, a causa di violazioni legate alla privacy e alle normative del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati).
La maggior parte di queste sanzioni derivava da mancanze specifiche. Spesso mancava il consenso del consumatore al trattamento dei dati. Inoltre, molte aziende mostravano scarsa trasparenza nelle loro politiche o avevano misure di sicurezza inadeguate. Questi fattori hanno contribuito all’aumento dei data breach.
Un rapporto dell’Osservatorio di Federprivacy ha rivelato un impatto significativo sul settore delle telecomunicazioni e dell’e-commerce. Questi settori, fortemente legati alla gestione dei dati, hanno mostrato una maggiore vulnerabilità alle violazioni del GDPR. La sanzione più pesante dell’anno scorso ha colpito Google con una multa di €100 milioni, inflitta dall’autorità francese per la protezione dei dati personali. Quest’ultima si è distinta per il numero elevato di sanzioni applicate nell’ambito europeo.
Anche fuori dall’Europa, le normative GDPR hanno innalzato le sanzioni per violazioni della protezione dei dati personali. Un esempio notevole è la Banca Statunitense Capital One, sanzionata per $80 milioni. Anche Facebook ha ricevuto penalità, in Canada e in Turchia, con multe significative.
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